Eccellenze imprenditoriali in azione
Febbraio 2016
COBO GROUP: la meccatronica vincente | ||
La sua azienda ha recentemente vinto il premio Meccatronica. In cosa consiste questo premio? Il premio italiano della meccatronica è un concorso nazionale, giunto alla 9° edizione, organizzato da Unindustria Reggio Emilia con la collaborazione degli esperti di NOVA24 Il Sole24ore, con il Club della Meccatronica e con il supporto di Community Group. L’obiettivo è promuovere la cultura della tecnologia meccatronica nei diversi settori dell’Industria meccanica nazionale e di mettere in evidenza le imprese nazionali che hanno saputo sviluppare prodotti innovativi tali da determinare vantaggi competitivi distintivi sui mercati internazionali. | L’Aquila, Fontana delle novantanovecannelle | |
Vengono quindi selezionate 5 aziende italiane che si sono contraddistinte per progetti particolarmente innovativi nel campo della meccatronica e che, nella fase finale, sono sottoposte alla valutazione di una giuria composta da esperti che operano in campo universitario, dal Presidente del Club Italiano della Meccatronica, da un responsabile di Nova 24 e dal Presidente di Unindustria Reggio Emilia. | ||
Ma cos’è esattamente la meccatronica? La meccatronica è un’evoluzione moderna dell’ingegneria meccanica ed è ciò che ci permette di poter “dar voce” ai dispositivi meccanici e idraulici; “dare voce” significa sensorizzarli e permettere loro di partecipare ai nuovi sistemi che governano le ultime generazioni di veicoli: dalle auto, alle moto, ai trattori. Per darvi un’idea, paragonando la necessità dell’uomo di parlare per far parte del mondo, in termini elettronici essere sensorizzati si ricollega alla possibilità di poter inviare messaggi a chi è in grado di farne un utilizzo appropriato per il controllo delle macchine. Qual è il prodotto che vi ha permesso di vincere il premio e qual è il suo valore aggiunto rispetto all’offerta attuale di mercato? Il prodotto con cui ci siamo aggiudicati il premio meccatronica 2015 è la colonnetta IST (Interactive Steering Column Technology). Si tratta di un centro di comando che in poco spazio racchiude tutti i comandi relativi alla movimentazione, l’illuminazione, il controllo, la localizzazione e la connettività, creato con l’intento di consentire una maggiore visibilità al veicolo e la più favorevole ergonomia a favore dell’operatore. Il valore aggiunto di questo prodotto è innanzitutto legato al fatto di essere un dispositivo plug and play system, che viene venduto ai costruttori di macchine che sono in grado, tramite una procedura molto semplice - che si basa sull’utilizzo di alcuni bulloni e un collettore -, di inserire la colonnetta nelle cabine dei propri veicoli. Altri vantaggi che presenta la colonnetta creata da COBO GROUP si ricollegano alla funzione Task Tracer, eConnect e alla opportunità di tracciare i veicoli, così come richiesto dai nuovi requirements sulla sicurezza nel posto di lavoro. Inoltre, questo dispositivo, dotato di GPS e BT integrati, consente la geolocalizzazione delle performance del veicolo e di tutto quello che può circolare nella rete CAN. In altre parole, quando l’operatore riceve un task dalla centrale operativa, è in grado di trasferire alla stessa in tempo reale tutti i dati che riguardano lo stato di attuazione del lavoro (ad esempio informazioni che riguardano le tempistiche, il carburante utilizzato, ma anche eventuali problemi tecnici incontrati in fase di svolgimento del lavoro). E’ il caso, ad esempio, di un comune che incarica una spazzatrice di effettuare le pulizie di un quartiere e che dagli uffici è in grado di affidare l’incarico ad un operatore e monitorarne il lavoro a distanza. |
Lago di Barrea
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Secondo lei, le caratteristiche strutturali del tessuto produttivo italiano, fatto in larga parte di piccole imprese, hanno facilitato o ostacolato lo sviluppo della meccatronica? A mio parere la meccatronica rappresenta un “vento favorevole” per le piccole e medie imprese, anche se purtroppo le imprese incontrano spesso delle difficoltà nel reperire le risorse finanziarie necessarie a sfruttare questo “vento favorevole”. La meccatronica è un fenomeno circoscritto al settore meccanico o trova applicazione anche in altri comparti produttivi? Come anticipato, meccatronica significa “dar voce” ad un sistema, fare in modo che tutto parli, che vengano generati segnali che possano essere raccolti e che sia possibile lo scambio di messaggi. E questo si applica a tutti campi: da quello meccanico, a quello idraulico, dalla domotica (campo edile) all’Isobus (settore agricolo).
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Qual è il rapporto della sua azienda con le altre imprese meccatroniche? Competizione o sinergia? Dal mio ruolo di Amministratore Delegato di COBO USA, posso dire che troviamo ancora delle difficoltà a parlare di sinergie. Molti imprenditori oggi preferiscono rimanere concorrenti e indipendenti. Purtroppo, però, l’indipendenza non è gratuita; al contrario, presenta un costo che è sempre maggiore e in alcuni casi sta diventando insostenibile. Questo vale soprattutto per le imprese medio piccole che vogliono mantenere la propria indipendenza a discapito della capacità competitiva sul mercato globale. | Santo Stefano di Sessanio, Torre medicea | |
La sua azienda esporta gran parte della produzione: scelta strategica o mercato nazionale ancora poco sviluppato? La globalizzazione richiede una presenza diffusa e organizzata nello scenario internazionale che deve, però, essere il risultato di una strategia: ciò si traduce nell’essere presente all’estero con plants di tipo trading (con funzione logistica) e manufacturing (produttivi) laddove essi sono in grado di generare valore aggiunto. Oggi non è più possibile lavorare solo per il mercato interno. E’ fondamentale essere presenti all’est ero e fare dell’esportazione una scelta strategica, ma ciò richiede necessariamente organizzazione. “L’innovazione fredda produce parole, l’innovazione calda produce progresso”. Ci spieghi il suo slogan. Per spiegare il mio slogan è necessario innanzitutto chiarire i concetti di innovazione fredda e calda. Si parla di innovazione fredda quando si produce qualcosa limitandosi a generare un miglioramento funzionale (ad esempio, si aggiunge alla macchina una nuova funzione che prima non era presente). Un’innovazione calda, invece, oltre al rinnovamento funzionale, consente di ottenere dei risultati anche in termini di riduzione dei pezzi o delle materie prime utilizzate, miglioramento della eco sostenibilità del prodotto. Al mondo d’oggi una vera innovazione non deve essere sterile ed essere realizzata “aggiungendo”, ma al contrario deve portare dei benefici trasversali che vanno ad aggiungersi al miglioramento funzionale. | ||
Ricerca e produzione, in Italia, hanno spesso difficoltà a “parlarsi”. Vale anche per la sua azienda o avete sviluppato collaborazioni con università e centri di ricerca? La nostra azienda presenta un’unità dedicata alla ricerca, formata da 3 giovani neolaureati che hanno, ad esempio, sviluppato la colonnetta IST grazie alla quale COBO GROUP si è aggiudicata la nona edizione del premio nazionale meccatronica. Inoltre, collaboriamo molto con università, spin off, start up e centri di ricerca. Quindi non si può dire che non facciamo ricerca però, per utilizzare un’espressione matematica, possiamo parlare di “condizione necessaria ma non sufficiente”. Nel senso che, a mio parere, non è sufficiente creare o saper creare qualcosa di innovativo ma è necessario essere aperti al rinnovamento dei processi e delle funzioni. Altrimenti il rischio è che, pur avendo dispositivi nuovi, non si ha una struttura all’altezza per valorizzare l’innovazione e non si riesce a collocare efficacemente il prodotto sul mercato. Infatti se un dispositivo venisse declinato in un ambiente non pronto, avrebbe poca efficacia. Per utilizzare un’espressione molto utilizzata in America “No grip, no business”. In molte università statunitensi si legge anche: “Niente è più duraturo del cambiamento”. Spesso, invece, in Italia, il cambiamento viene osteggiato e viene considerato quasi come un nemico; si tende ad essere conservatori. Le aziende italiane necessiterebbero di una maggiore propensione all’internazionalizzazione, con un personale non solamente in grado di parlare inglese, ma di pensare in inglese, ovvero disposto a mettersi in gioco e a fare un’esperienza all’estero di due o tre anni che poi possa mettere in pratica al ritorno nelle realtà imprenditoriali italiane. | L’Aquila, Piazza del Duomo |