Huayra, l'Auto è un Lusso Bresciano
da "Giornale di Brescia" / Aprile 2014
"Al Mille Miglia il nuovo modello prodotto dalla Pagani e che monta alcuni pezzi realizzati dalla Cobo di Leno. Prezzo di listino? Solo 1,5 milioni di euro"
BRESCIA Quando è arrivato in Italia, con il sogno di costruire auto sportive, Horacio Pagani, con la futura moglie ha abitato, per qualche tempo, anche in una tenda. Tutto quello che si erano portati nel lungo viaggio dal Sudamerica era chiuso in tre valige. E per gli spostamenti, usavano due biciclette. Erano i primi anni Ottanta e Pagani lasciava l’Argentina dove il bisnonno Pietro, di origini piemontesi, era emigrato alla fine dell’Ottocento. Una famiglia di fornai, la sua: “mio padre ancora oggi a ottantacinque anni sforna il pane”, ma il grande desiderio di Pagani era approdare a Modena per realizzare macchine. Al suo mito, il leggendario pilota argentino Juan Manuel Fangio, che ha conosciuto a ventuno anni, quando Pagani progettò e costruì la sua prima auto, una vettura di Formula3 che gareggiava in Argentina con i colori del team Renault, ha dedicato una delle punte di diamante della casa automobilistica che ha fondato nel 1997, la Pagani Automobili, sede a San Cesario sul Panaro, specializzata nella produzione di auto sportive di lusso.
Il primo nome della “Zonda C12”, presentata ufficialmente al Salone di Ginevra nel 1999, era infatti “Fangio F1» (una delle versioni messe poi in commercio è la Zonda F, dove la F sta appunto per Fangio). Ieri pomeriggio nel cortile del Museo Mille Miglia, era parcheggiata una vera e propria opera d’arte, la Pagani Huayra, il modello, già in produzione, che sta sostituendo la Zonda, prezzo base un milione e mezzo di euro, sempre firmata Pagani Automobili. Al Museo di S. Eufemia si teneva infatti la convention di Cobo Group (che si conclude oggi) e Horacio Pagani, che con il gruppo di Leno collabora da circa vent’anni, dai tempi in cui lavorava in Lamborghini, era l’ospite d’onore con il figlio Christopher.
Il cruscotto, il cablaggio, parte della fanaleria a led e alcuni componenti elettronici della Pagani Huayra sono a firma Cobo, che ha il suo core business nella componentistica per macchine agricole, movimento terra e veicoli industriali. Il gruppo ha un’architettura formata da undici società, quattro in Italia e sette all‘estero, precisamente in Stati Uniti, Germania, Francia, Romania, Australia, Hong Kong e Cina. “Anche noi purtroppo abbiamo sentito la crisi, e il momento più critico è stato il 2009. Ma già nel 2010 siamo ritornati in pareggio con il bilancio e dall’anno successivo in utile. Nel 2013 il fatturato è stato di oltre 200 milioni di euro, ai livelli del periodo pre crisi”, spiega il direttore commerciale e marketing del gruppo, Carlo Linetti, ieri a S. Eufemia con l’amministratore delegato, Wolfango Cozzi e il presidente Antonio Finetto. L’aver sempre puntato sull’internazionalizzazione e sull'innovazione ha consentito a Cobo, come sottolinea Linetti, di mantenere la rotta in un periodo di congiuntura economica difficile. Il gruppo ha anche una divisione Automotive, deputata alla sperimentazione. “È la divisione attraverso la quale collaboriamo con i client di prestigio come Pagani, Ducati, Lamborghini, Mv Agusta”, spiega Linetti. Pagani Automobili ha sempre prodotto circa venti auto all’anno, tutte taylor made, fatte su misura per il cliente. Ma quest’anno si prepara a raddoppiare la produzione, per arrivare a quota quaranta. Entro fine 2014, anticipa Christopher Pagani, “sarà completato il nostro nuovo stabilimento, sempre a San Cesario sul Panaro, in cui sposteremo la parte produttiva, mentre la progettazione e l’ufficio tecnico resteranno nell‘altra sede”.
Paola Gregorio